Si terrà dal 17 al 19 novembre al Centro di Preparazione Olimpica del CONI all’Acqua Acetosa l’evento di chiusura del torneo dedicato all’inclusione dei minori stranieri non accompagnati. Venerdì ragazzi in tribuna all’Olimpico per Italia-Macedonia del Nord
La fase finale della nona edizione del ‘Progetto Rete’, un evento che ha visto dal suo inizio la partecipazione di oltre 1700 ragazzi appartenenti a 178 strutture di accoglienza, si terrà al Giulio Onesti a Roma da venerdì 17 a domenica 19 novembre. Si tratta di una delle numerose attività organizzate dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC in occasione di Italia-Macedonia del Nord, la partita delle Qualificazioni Europee che si giocherà venerdì allo Stadio Olimpico. Per l’occasione tutti i ragazzi assisteranno sugli spalti alla partita.
Al Centro di Preparazione Olimpica dell’Acqua Acetosa saranno quattro squadre a sfidarsi dopo essere risultate vincitrici delle fasi regionali e interregionali. L’APPM di Trento, la Cooperativa Rinascita Carmiano di Lecce, mentre Sicilia e Abruzzo schierano rappresentative di più Centri di accoglienza: l’Umana solidarietà, la Casa dei Mirti e il Don Calabria di Palermo, la Coop. Sociale “Teniamoci per mano” Castel di Sangro e il Montesilvano Az. Speciale. Si tratta di squadre composte da minori stranieri non accompagnati che, oltre all’attività di campo, saranno coinvolti in iniziative ludiche e formative sviluppate in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Oltre ad assistere a Italia-Macedonia del Nord venerdì, sabato i ragazzi, che sono accolti nei centri SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), faranno un tour della Capitale e nel corso della giornata, saranno coinvolti in attività di formazione sviluppata con il supporto dell’area psicologica dedicata al Progetto RETE.
Avviato nel 2015 in collaborazione con il Ministero dell’Interno, l’ANCI, la Fondazione Cittalia e il Sistema SAI, il progetto ReTe è rivolto ai minori stranieri accolti nei centri di accoglienza, nei centri diurni e nelle case famiglia sul territorio nazionale, per promuovere e favorire l’interazione tra pari e i processi di inclusione sociale e interculturale attraverso il calcio. L’attività, che in 8 edizioni ha coinvolto oltre 6.000 minori stranieri, è finalizzata ad utilizzare il calcio come strumento e veicolo educativo, formativo e di inclusione, promuovere comportamenti eticamente corretti attraverso l’educazione ai valori utilizzando l’attività sportiva come modello per la società civile, migliorare la comprensione dell’importanza dell’attività fisica e del suo impatto positivo sulla salute e sullo sviluppo sociale e creare un modello di integrazione.